Brooklyn è una storia d’amore. Una magnifica storia d’amore come non ne vedevamo da tempo: amore per un uomo, amore per le proprie radici e amore per la vita. In colori pastello prende forma una favola mai stucchevole, anzi pregna di tantissime riflessioni su un aspetto dell’immigrazione. Anche in piccole inquadrature, come una porta che si apre e lascia entrare la luce, Crowley descrive con piena comprensione lo stato d’animo dei viaggiatori migranti. Ci emoziona, se possibile a ogni scena, conducendoci nel cuore pulsante della storia e dei suoi personaggi. Ed è proprio attraverso i due amanti rivali, l’italiano Antonio e l’irlandese Jim che si traduce la guerra interiore di Eilis, tra l’amato vento freddo dell’Irlanda e la calda spensieratezza degli Stati Uniti. Le spiagge affollate e alla moda dove fa un pic nic con Antonio e il mare freddo con la spiaggia selvaggia e vuota dove s’immerge con Jim.
Saoirse Ronan ci regala un’interpretazione matura, e noi ci perdiamo in quei suoi occhi sottili e luminosi in cui tutti, almeno una volta, ci siamo riflessi. La paura del nuovo, la nostalgia di casa, la perdita e l’amore. Ci meritiamo un futuro migliore? Anche a costo di abbandonare chi amiamo? L’amore poi, in questo film è verissimo. Come un bacio tremulo di chi non sa ancora d’amare.
E’ facile perdersi nei suoi occhi celesti, così chiari, così limpidi. Ho apprezzato tanto l’aver messo in mostra la differenza tra le due spiagge. Un po’ a voler raffigurare i due mondi diversi, quello calmo e pacato, silenzioso, dell’Irlanda, di casa, delle origini, della gente che conosciamo da sempre. E dall’altro lato quello rumoroso, affollato, un mondo nuovo, colorato, caldo. L’America. Uno tra i momenti che più ho preferito è stato l’addio finale con la madre. Volendo fare un confronto con quello iniziale, dove la ragazza, insicura, parte verso un futuro incerto, di cui non sa nulla, e saluta con… Leggi il resto »