Ron sente i suoi stessi pregiudizi cadergli addosso, e dovrà lentamente vincerli quando farà amicizia con Rayon, travestito, anch’esso affetto da quella che rapidamente verrà chiamata AIDS.Un road movie di un viaggio interiore, e nella vita si sa che i compagni non ce li scegliamo noi, ma dobbiamo avere l’intelligenza di capire quando fermare la macchina e far salire qualcuno. Due anime in due corpi malati, due tossicodipendenti con una forza e una caparbia nel voler rimanere al mondo, a cui si aggrappano con le unghie e con i denti. Con fierezza lottano contro qualcosa che li vincerà comunque. Un film duro che non si vergogna a mostrare le cose come stanno e non lo fa con quel gusto voyeuristico al sesso e al dolore. Mostra quello che bisogna vedere, in una dimensione reale e dolorosa, senza gli orpelli che rendono il sesso con una prostituta qualcosa di appetibile e trasgressivo, ma con quella ferocia realistica e mai moralistica e giudicante che ti stringe lo stomaco in un pugno.
Tra l’altro il fin parla di qualcos’altro che va aldilà della lotta individuale alla malattia ed è la lotta farmaceutica e gli errori o forse gli orrori della medicina degli Stati Uniti che somministravano farmaci tossici oppure semplicemente un placebo per osservare le conseguenza sui sieropositivi.
Con una forza che tocca l’anima, Matthew McConaughey e Jared Leto en travesti vi lasceranno esausti. Un talento, una bravura brucianti. In particolare McConaughey, che aveva a lungo lavorato solo a commedie frivole da basso mercato hollywoodiano, ultimamente infila una perla dopo l’altra e con il personaggio di Ron entra nell’Olimpo degli attori. Quando il regista si concentra nei suoi primi piani, mi sono sorpreso pieno di brividi e riflessioni. Le musiche curate da Danny Elfman, tra i T.Rex e il brano composto da Jared Leto, amplificano i sentimenti in una fotografia meravigliosa di Yves Bélanger.
Osa vivere.